L’ULTIMO INVERNO
I fuochi d’artificio sono finitisolo il fumo denso si mischia alla foschia,rugiada nebbiosa..
Il canto del merlo odo in lontano,quasi come pure lui sapesse che non ostante il cuore batte,la paura vivrà per sempre!
Se non guardo per terra quasi..
quasi sembra un giorno com’altri ma a ricordarmi che questa è guerra ci sono i corpi seminati per terra..i miei amici,i miei compagni..la neve che sorda cade su loro lascia scoperti brandelli di
giubba,pezzi di viso di vita smorzata e andata via poco alla volta quasi come godesse vedere la faccia d’un uomo che muore...
Nel fossato d’acqua cristallo giace il sangue di chi ha cercato,Innocentemente,un riparo dai colpi,quei colpi che l’hanno toccato,quei colpi che lì l’hanno ammazzato..
Col braccio proteso di fuori quasi come cercare un cespo di erba in cui potersi aggrappare per non essere preso di fretta dalla morte..fuggevole incontro.
Ogni d’uno portava con sé ricordo che costruiva un barlume di luce,che seppur fioca era qualcosa che faceva credere di poter tornare al posto in cui si era lasciato..
Quei ricordi sono finiti anch’essi coi loro padroni,la neve li custodirà come un libro fino a quando la primavera ricorderà cosa vuol dire uccidere e far uccidere per un misero pezzo di terra,per
la triste risoluzione:“il doversi fare la guerra!”.
Con l’ultimo fiato che ho mi chiedo se il Padreterno possa fare in modo che questo possa davvero essere l’ultimo inverno!
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Daniela (mercoledì, 08 maggio 2013 11:17)
Mi piacciono le tue canzoni, menestrello Poeta..